tag:blogger.com,1999:blog-5020373420094504691.post6278500151566959323..comments2019-10-19T23:00:54.968+02:00Comments on inventateatro: OTELLO di Andrea GiordanaFrancesco Parisehttp://www.blogger.com/profile/14505033121493993277noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-5020373420094504691.post-87162907320725568852009-04-06T17:39:00.000+02:002009-04-06T17:39:00.000+02:00L’Otello portato in scena da Andrea Giordana per l...L’Otello portato in scena da Andrea Giordana per la regia di Giancarlo Sepi è davvero “l’Otello che non ti aspetti”. Un classico, ma reinterpretato in maniera totalmente nuova, dove gli episodi si susseguono con al costante presenza scenica di tutti i protagonisti, dove Otello assiste sempre più inquieto a ciò che accade come in un sogno, come se i personaggi fossero fantasmi, presenti nella sua mente, nei ricordi, nell’immaginazione, dove presente e passato si confondono, rendendo ancora più veritiero il lento offuscamento della ragione, fino alla tragedia finale. Un bel ritmo, leggero ed intenso al tempo stesso, dove Otello domina senza sovrastare insieme ad un prepotente ed affascinante Iago che lo incalza, una Desdemona fresca, “moderna”, incantevole nella sua contraddizione tra l’amore coniugale e l’idealismo adolescenziale che la spinge a difendere Cassio fino alla rovina. Belli e fugaci i personaggi che “contornano” i protagonisti, a volte solo un po’ frettolosamente abbozzati, forse per una scelta artistica che privilegia una interpretazione più fluida e snella, considerata la notissima storia dell’Otello: Cassio, Bianca, Emilia, Lodovico e Roderigo si trasfigurano e diventano “sogni”, immagini fugaci ma drammatiche, profondamente umane nella loro condizione di dolore, ambizione, malizia o rettitudine. Iago è il gran burattinaio di questa vicenda, vero antagonista del Moro, che lo conduce alla pazzia fomentando i sospetti, travisando dialoghi. Un Iago che forse odia sé stesso più di tutti, che invidia ciò che non ha, ma che tradisce Otello per non tradire sé stesso e la sua natura, manipolatrice e cinica. Le luci giocano col colore rosso, quello dell’ira che cresce come cresce l’odio e il risentimento del protagonista, la musica accompagna splendidamente questi momenti onirici in cui i protagonisti sembrano apparire e scomparire dalla mente e dalla vita di Otello, lasciando l’impressione che Otello sia sempre solo in mezzo a tutti, che lui e solo lui sia destinato alla solitudine nonostante tutti i privilegi, il potere, l’amore che il destino gli ha concesso.<BR/>MONICA BUGGIAMonica Buggianoreply@blogger.com