Sab 12 feb., h. 20,45 e dom. 13 feb, h. 17 - Teatro Sociale di Valenza

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"I Rusteghi" appartiene alla maturità compositiva di Carlo Goldoni, che coincide anche con gli ultimi malinconici anni della permanenza a Venezia, la quale ha perso il ruolo di potenza dell'Adriatico. Questa commedia parla ancora al nostro tempo, all'intolleranza travestita da moralismo, alla difficoltà di mettersi in relazione, alla mancanza di comunicazione di un'epoca, Il disinganno di Goldoni è ancora vivo nelle parole dei protagonisti e descrive una società buia e alla deriva, ma ancora presente nella nostra pratica quotidiana.

Sabato 12 febbr. 2011, h. 21 - Teatro Giacometti di Novi Ligure

RASSEGNA TEALTRO 2011

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La Monda”: una storia che è come una fiaba
C’era una volta l’idea di riunire alcune donne con la passione del teatro provenienti da nazioni e culture diverse. Questo gruppo fondò, un giorno, l’Associazione Culturale “La Monda” con l’intento di fare teatro, giocare “alle attrici” ma soprattutto divertirsi. In passato il gruppo si è esibito in rappresentazioni teatrali interculturali, dove il tema principale era soprattutto il percorso di vita delle partecipanti stesse.Le nostre donne,però, volevano ancora di più. Così hanno pensato di chiedere aiuto alla scuola di Teatro dei Pochi, per scoprire i meccanismi affascinanti del teatro.Anche grazie al contributo della Provincia di Alessandria è potuto cominciare il percorso guidato da Davide Sannia . Non è stato facile: culture diverse, mentalità diverse, caratteri forti, una miscela esplosiva che rischiava di far saltare tutto per aria, ma non è successo per la capacità di tutti di mettersi davvero in discussione, impegnandosi al massimo e credendo fermamente in ciò che si stava facendo.
Queste piccole grandi Cenerentole
Ieri sera avevo fame e ho aperto il frigo. Come al solito non c'era molto da mangiare, tranne una vaschetta di prosciutto crudo sopravvissuta alle mie incursioni precedenti.L'ho presa, ho tolto la plastica che la avvolgeva e ho iniziato a gustare le prime fette. Finito il primo strato c'era una sottile pellicola che lo separava dal secondo. L'ho tolta e ho continuato a mangiare...ecco forse questo è l'esempio migliore di ciò che ci è successo in questo laboratorio...ci siamo tolti quella sottile pellicola che ci divideva, che non ci permetteva di conoscerci bene.E' proprio grazie a questo che il gruppo è oggi pronto ad affrontare il pubblico con una performance finale che si assume l'impegnativo compito di raccontare mesi di duro lavoro, scontri, risate, meraviglie.Per me è stata una grande sfida che mi ha portato ad incontrare persone vere, pronte a tutto pur di non deludere mai le aspettative.Un percorso che non riesco ancora a vedere come finito per lo scambio umano profondo e sincero ma anche per il grande arricchimento personale che ha dato a tutti.Abbiamo cercato di portare al massimo i nostri vissuti e le nostre idee, di condividerli e fonderli insieme. Il risultato è questa “ennesima Cenerentola” che porta dentro sé tanti piccoli pezzi di quel fantastico puzzle comune che è la nostra storia.A tutte le donne che hanno affrontato con me questo cammino posso solo dire grazie.Nel laboratorio sono riuscite a ritrovare quella bambina un po' nascosta dentro ognuna di loro...ed è questo,alla fine, ciò che conta davvero.

Domenica 13 febbr. 2011, h. 16 - Teatro di Villa Gallliera (Genova)

LA STREGA
TESTO E REGIA LAURA SICIGNANO
con FIAMMETTA BELLONE
 Scene e costumi FRANCESCA MARSELLA- Musiche originali PAOLO VIVALDI

FIAMMETTA BELLONE, ATTRICE DI ORIGINE TORTONESE

Nel meraviglioso teatrino storico di Villa DUCHESSA GALLERIA, all’interno del Parco dell’omonima Villa voltrese, da poco restituito alla città, come teatro storico più antico della Liguria, il TEATRO CARGO ripropone un suo spettacolo ormai diventato un cult: LA STREGA, tratto dal romanzo di Sebastiano Vassalli, LA CHIMERA, ed. Einaudi (Premio Strega).
Siamo forse in una stalla, forse in una stanza di una casa contadina. Ovunque rosse mele profumate. Una misteriosa narratrice, (una strega?) a lume di candela ci racconta la storia struggente e verissima di Antonia. In una notte di gennaio del 1590, una bambina viene abbandonata davanti all'ingresso dell’Orfanatrofio di Novara. Antonia Spagnolini, così battezzata per via degli occhi e dei capelli nerissimi, cresce in Istituto. Siamo nell'epoca della Controriforma e a Novara è arrivato il vescovo Bascapé, cattolico integralista, scomoda figura sempre in lotta con il peccato, che viene relegato in provincia perché d'ostacolo alla rilassatezza dei costumi romani.
Crescendo, Antonia si fa sempre più bella; viene adottata da una coppia di contadini di Zardino e si trasferisce nel villaggio della Bassa. Un paesaggio popolato da figure dimenticate: camminanti, risaroli, banditi che creano leggende, soldati mercenari, dementi, boia, pittori di edicole, falsi preti e predicatori fanatici, spacciatori di reliquie finte, comari pettegole e litigiose..
La ragazzina è troppo intelligente, troppo indipendente, troppo ribelle alle autorità per essere una donna; si innamora di Gasparo, un camminante (una specie di vagabondo del tempo, un anarchico della campagna) e iniziano a circolare voci orribili sul suo conto: è un buon pretesto per accusarla di essere una strega. Le si fa il vuoto attorno, si diffondono leggende di malefici e crudeltà; la gente si convince che partecipi al Sabba. Da qui il processo. Antonia si trova davanti all'Inquisitore e una fila di testimoni depone contro di lei. Nel settembre del 1610, tra festeggiamenti ed esplosioni gratuite di odio, Antonia, dopo aver subito violenze e torture, viene condannata al rogo.
Attraverso la storia di una strega - un po’ vera e un po’ inventata come erano le storie delle streghe – lo spettacolo è una rievocazione delle fanatiche persecuzioni che hanno travagliato la nostra storia, ma soprattutto la vicenda umana di una donna che, a causa delle sue particolari virtù, viene esclusa e condannata dalla collettività, come capro espiatorio e come emblema di un sistema sociale che non accetta la “diversità” femminile.

TEATRO CARGO AL TEATRO Di VILLA GALLIERA
VIA NICOLO' DA CORTE, 2 - 16158 GENOVA
Prenotazioni TEL. 010/694240 - 010 694029 / 3400975765 promozione@teatrocargo.it
PREZZI: Intero € 11, Ridotto € 9

LEGGETE >> LO SPETTACOLO E' DA CONSIGLIARE, FIAMMETTA é MOLTO BRAVA, POI UNA GITA A GENOVA CON TEATRO E' IL MASSIMO

Domenica 13 febbr. 2011, h. 21,15 - Teatro Comunale di Ovada

Lucrezia Lante della Rovere
MALAMORE
un testo complesso in cui l’autrice, Concita de Gregorio, ha raccontato il rapporto fra le donne e il dolore: “Un compagno di vita, un nemico tanto familiare da esser quasi amico”, lo definisce il direttore dell’Unità.

Il palco spoglio, la luce essenziale come volesse colpire solamente l’anima. A brillare è la voce, il volto e la figura di Lucrezia Lante della Rovere, interprete di una donna anticonformista, non per scelta, ma per destino.

Nella versione teatrale, firmata dalla stessa Lucrezia Lante della Rovere e dal regista Francesco Zecca, al centro della scena ci sono solo la voce femminile e quella del pianoforte di Viky Schaetzinger in un crescendo di ricordi, esperienze, dolori. E proprio dalle parole dell’attrice emerge un ritratto di donna forte, capace di affrontare tutti gli aspetti della vita con un senso unico di dovere e responsabilità: “Le donne hanno più confidenza col dolore del corpo, dell’anima: provano la temperatura del ferro da stiro toccandolo.
Brucia ma non si bruciano. Imparano a cantare piangendo. Portano i figli in braccio per giorni in certe traversate del deserto, sui barconi, nella città”. Un ritratto di donna in cui l’uomo non compare affatto, quasi fosse uno spettatore distratto di quell’universo femminile che si sviluppa interiormente e in totale solitudine. Un uomo sempre più impegnato nell’affannosa ricerca di conferme e certezze nella superficialità di un vuoto e triste involucro esteriore.

La serata prevede anche una degustazione guidata di vino e prodotti locali. Ingresso 12 €.