Il momento è assai delicato, ma prima di esprimere il mio parere (ahimè mi tocca!), voglio rifletterci ancora qualche giorno. Nel frattempo, dico, a chi non lo sapesse ancora, che il moderatore di questo blog è il sottoscritto, quello nella fotina. (il sottoscritto si chiama Francesco Parise - indirizzo di posta elettronica per contattarlo direttamente è inventateatro@gmail.com).
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Intanto rigongolo: nuovo record di click: la settimana scorsa 1295 Sono al nono cielo! Ci sentiamo presto e intanto continuate a scrivere e ad esprimere i Vs. giudizi sugli spettacoli che andate a vedere, ma in modo garbato ve ne prego!
3 commenti:
Ciao sono Franco Gabriele inizio con il nome per sottolineare che qualsiasi cosa si dica è importante, sempre, firmarsi !
Psicodramma...?? Forse il termine è inopportuno tuttavia un problema in effetti si è creato. Perchè una critica così pesante ed anonima ? Perchè la rapida cancellazione del commento ? ecc.
Io penso che a Parise, prima di tutto, vada riconosciuto, incondizionatamente, il merito di aver creato, in questa provincia desolata, qualcosa di UTILE !
Il sito internet... il blog... la possibilità di reperire informazioni per tutto ciò che ruota intorno al teatro implica lavoro.
Amici lettori prima di questo solo il SILENZIO ... e la "desertificazione" culturale della provincia.
Qualcuno sostiene che il blog è, per definizione, "l'ambiente" della libertà di pensiero e su questo siamo, credo, tutti concordi tuttavia questa libertà deve necessariamente esprimersi nel rispetto reciproco che evidentemente viene meno quando si critica protetti dall'anonimato.
Francesco.. comprendo il lavoro che fai e per questo voglio condividere pubblicamente il mio apprezzamento.
Tuttavia penso anche che lasciare il "commento critico" al pubblico esame poteva essere utile ad incoraggiare il "timido" autore ad un confronto allargato a tutti gli interessati.
Sono FRANCESCO PARISE e sto riflettendo caro Franco Gabriele
Cari Francesco & Co.
Càpita a proposito!
Un non ricordo bene filosofo greco diceva che causa prima dell'essere, della vita, del mondo fosse "la Guerra": la dialettica, lo scontro, la violenza fra due forze opposte e irriducibili... È un bel problema allora per chi è un pacifista convinto fino all'osso come il sottoscritto.
Ma, nel confronto, in nome della riconosciuta indipendenza di ciascun individuo, io chino il capo, e dovremmo farlo tutti, se no ognuno rischia di aggredire l’altro o di sentirsi a sua volta tradito, offeso, impotente di fronte a ciò che crede sia un attentato nei suoi confronti.
Lì si scade nello psicodramma collettivo per davvero!
Su questo non ci piove!
Vale soprattutto per un’opera (vorrei dire “lavoro” ma preferisco quest’altro termine) come quella che facciamo noi, il teatro: dove ci mettiamo la faccia e non solo... e che, per sua stessa essenza, si nutre di osservazione, commento, critica... confronto con l’altro e da parte dell’altro.
Con la premessa che – comunque – in questa “guerra” c’è almeno la garanzia che esista un equilibrio fra le parti: che le parole e le opinioni che mi detta la mia coscienza valgono quanto quelle degli altri. Che poi siano guaste o infide o esacerbate o (peggio!) mi rendano incapace di valutare le mie legittimità, ecc. sono affari miei (e sarebbe allora mia buona creanza non farle pesare sul prossimo). Meglio poi sarebbe se qualcuno me le facesse notare, senza tante pretese, non per correggermi, ma almeno per calmare i bollenti spiriti...
È questo che migliora non solo l’opera ma la vita e il comportamento di tutti, gli uni con gli altri. Ma qui siamo nell’utopia...
Purtroppo la paura di non sentirsi apprezzati, accettati dagli altri, e la paura della sofferenza che ne deriva è una delle grandi nevrosi di questi nostri tempi moderni.
Spesso ci nausea il confronto, ci porta a soffocarci dentro noi stessi, a vergognarci delle nostre capacità, dei diritti che abbiamo, delle cose più naturali, a negare insomma persino ciò che noi stessi promuoviamo: il teatro, e tutti i liberi indecifrabili mondi che esso ci porta...
Ma ecco! Una possibilità: un luogo di confronto (che può sembrare meno “forte” della realtà...): aperto, accessibile, disponibile, adattabile, duttile, multimediale: il BLOG! sul serio, una Benedizione per questa provincia! (Grande Franco! sono con te!)
E di qui... sempre per quella strana sensazione di timore dell’altro... quale maschera migliore dell’anonimato, del “diritto della non-firma”, per un commento forse troppo “forte” per il quale rischiamo di imbarazzarci?
Però non fraintendiamo!
Diritto! ma io non ne voglio fare una questione “giuridica”, voglio fare – e far fare – un semplice esercizio di spiegazione, e mi riferisco a chi sa non quali parole usa, ma come le usa.
L’aggravante di certi “attacchi gratuiti” – certo – può essere soltanto rafforzata dall’anonimato, ma l’anonimato non ne è la... causa prima.
Esistono diritti che ci danno certe libertà; e noi dobbiamo dipendere dal valore e dall’utilità che a questi diritti diamo.
L’anonimato è un diritto che tutti hanno, e come tale è intoccabile.
Ma non solo: è soprattutto uno strumento.
Non chiediamoci se tenere o abolire questo strumento; chiediamoci se la gente che lo usa sia capace o no ad usarlo, questo strumento. E se no, chiediamoci se può imparare...
Ho capito una cosa. L’anonimato fa la fortuna di questo benedetto blog.
Ma se si eliminasse l’anonimato, chi ce lo dice che quel tipo che scrive commenti carini scriva sempre, e che quello che ne scrive di ogni per sempre taccia?
Tralasciando gli “psicodrammi”, in questo blog ho trovato dei commenti anonimi bellissimi, per nulla avversi o maligni verso gli spettacoli che commentano, che toccano profondamente e profondamente convincono, ma che non sarebbero mai comparsi sul blog senza che chi li ha composti avesse avuto la possibilità di indossare quella sottile patina di segreto. Forse anche timida e ingiustificata, ma non per questo sincera e intima. Ma che comunque dimostrano delle maturità e dei gusti teatrali singolari, pienamente consapevoli, appassionati e ingegnosi, da parte di persone anche insospettabili, proprio qui, in mezzo a noi!
E tutto questo grazie al blog, e al suo anonimato!
Questo è un modo corretto e rispettoso di usare un diritto.
L’anonimato fa la fortuna di questo blog!
Ammetto: fa rabbia non sapere da dove proviene una critica negativa (e a volte anche una positiva...), ma non ci si deve preoccupare più di tanto se chi scrive tenta di sottrarsi di continuo, perché finché sta qui, da buon amante di teatro, salterà fuori, in un modo o nell’altro... ahah! Può sembrare un elogio alla “vigliaccheria”, ma invece no. È la presa di coscienza di un lato umano che bisogna pur sempre tenere a mente. Anche in noi stessi.
Chiedo scusa pershé sono stato lungo e spesso, e se magari non mi faccio capire, ma almeno c’ho ragionato su e non me ne vergogno. Come diceva Fortini: «scriverò anche parole difficili, ma certo molto meno delle parole del Va’ pensiero, e non mi dite che non le conoscete...»
Ho voluto applicare quello che è lo spirito autentico del blog. Libero spazio a tutti!… Ma, alla fin fine, è d’obbligo, chi ha più buon senso lo usi! «Umilté! Straordinéria umilté!» ammoniva Maurizio Crozza imitando Sacchi...
Marco Ferrari P.
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