“…se potessi io entrerei in una donna, dall’orecchio…senza frasi fatte, scenderei lentamente per il corridoio auditivo fino alla gola, a questo punto precipiterei verso l’abisso fino ad arrivare sotto le grandi cupole dei seni, enormi volte barocche piene di affreschi con scene dipinte di corpi nudi che si contorcono nello spasimo di una danza…oltrepasserei velocemente il calore del cuore facendo attenzione a non farmi vedere, certi posti è meglio evitarli, non si sa mai, scendendo come un pompiere dalla colonna vertebrale, una scala a chiocciola dove è facile scivolare…mi imbucherei in quel labirinto viscido che è l’intestino…chilometri e chilometri in cui è possibile perdere la strada principale per giungere in quella secondaria poco battuta, ma io non mi perderei d’animo e troverei non so come il modo per essere risucchiato in una cavità molto più dolce, imbottita in tutte le tonalità del rosso, broccati, velluti che finiscono in un sipario prezioso che tenterei di aprire a fatica, prima con una mano poi con due, con i piedi, con la testa, insomma con tutto me stesso mi spingerei fuori per trovarmi in un enorme palcoscenico… “
Questa sera a Valdapozzo
Sabato 14 giugno 2008, ore 21,30 - Cascina Valdapozzo (Quargnento)
Don Giovanni un drammatico recital
uno spettacolo con
Michele Ferri (violino), Giovanni Ferri (sax contralto, clarinetto, testi) e Mirco Ballabene (contrabbasso).
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“…se potessi io entrerei in una donna, dall’orecchio…senza frasi fatte, scenderei lentamente per il corridoio auditivo fino alla gola, a questo punto precipiterei verso l’abisso fino ad arrivare sotto le grandi cupole dei seni, enormi volte barocche piene di affreschi con scene dipinte di corpi nudi che si contorcono nello spasimo di una danza…oltrepasserei velocemente il calore del cuore facendo attenzione a non farmi vedere, certi posti è meglio evitarli, non si sa mai, scendendo come un pompiere dalla colonna vertebrale, una scala a chiocciola dove è facile scivolare…mi imbucherei in quel labirinto viscido che è l’intestino…chilometri e chilometri in cui è possibile perdere la strada principale per giungere in quella secondaria poco battuta, ma io non mi perderei d’animo e troverei non so come il modo per essere risucchiato in una cavità molto più dolce, imbottita in tutte le tonalità del rosso, broccati, velluti che finiscono in un sipario prezioso che tenterei di aprire a fatica, prima con una mano poi con due, con i piedi, con la testa, insomma con tutto me stesso mi spingerei fuori per trovarmi in un enorme palcoscenico… “
“…se potessi io entrerei in una donna, dall’orecchio…senza frasi fatte, scenderei lentamente per il corridoio auditivo fino alla gola, a questo punto precipiterei verso l’abisso fino ad arrivare sotto le grandi cupole dei seni, enormi volte barocche piene di affreschi con scene dipinte di corpi nudi che si contorcono nello spasimo di una danza…oltrepasserei velocemente il calore del cuore facendo attenzione a non farmi vedere, certi posti è meglio evitarli, non si sa mai, scendendo come un pompiere dalla colonna vertebrale, una scala a chiocciola dove è facile scivolare…mi imbucherei in quel labirinto viscido che è l’intestino…chilometri e chilometri in cui è possibile perdere la strada principale per giungere in quella secondaria poco battuta, ma io non mi perderei d’animo e troverei non so come il modo per essere risucchiato in una cavità molto più dolce, imbottita in tutte le tonalità del rosso, broccati, velluti che finiscono in un sipario prezioso che tenterei di aprire a fatica, prima con una mano poi con due, con i piedi, con la testa, insomma con tutto me stesso mi spingerei fuori per trovarmi in un enorme palcoscenico… “
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categoria:
teatro o giù di lì
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