Ultimo appuntamento di ValenzAlchemica: FIRST LIFE da un'idea di Simona Barbero

Venerdì 31 ottobre, ore 20,45 - Teatro Sociale di Valenza

FIRST LIFE da un'idea di Simona Barbero e Claudio Orlotti, liberamente ispirato al Girotondo di A. Schnitzler (PRIMA ASSOLUTA)
Scene/elaborazioni musicali: Lucio Diana - Drammaturgia e regia: Simona Barbero - Assistente alla regia: Elena Forlino - Elaborazioni video: Eleonora Diana - Light designer: Cristian Zucaro
Costumi: Monica Di Pasqua
Interpreti:
Alessandro Baldinotti, Raissa Brighi, Stefania Casiraghi, Fabrizio Pagella, Maurizio Pellegrino, Francesca Porrini, Ettore Scarpa
Amministratore di compagnia: Natalie Roma
Produzione: Teatro Regionale Alessandrino
First Life - La ricerca nevrotica delle relazioni nel deserto-giardino virtuale di una chat line, si colloca in contrapposizione al noto gioco virtuale "Second Life”. Quest’ultimo anima utenti sdoppiati in un habitus scelto fra le opzioni del gioco per soddisfare bisogni paralleli, inconfessati. In realtà la dicotomia, oggi, sembra superata. Nel buio psicologico delle attese, reale e virtuale si fondono dando vita ad un’unica First Life.Se è il primo, il secondo o il terzo giro non importa. Così come non ha importanza l’età, il sesso o l’estrazione sociale. Quello che caratterizza le relazioni erotico - sentimentali della società attuale è la confusione. Un magma di voglia di andare oltre le delusioni, speranza di essere accettati, bisogno erotico - compulsivo. L’eruzione vulcanica di una ricerca senza obiettivi precisi sfocia nel mondo silenzioso delle chat line.L'intreccio drammaturgico si basa sugli incontri di sette personaggi che si differenziano per estrazione socio – culturale e aspettative di vita. La studentessa (Debby _ first) la segretaria (Claudia_moon), il project manager (Tom) e tutti gli altri personaggi (come nel testo di Schnitzler) dialogano con i loro partner nel tentativo di sedurli. La chat, come mezzo tecnologico, diventa strumento dove prendere parola, dove manifestare ciò che ciascuno è. L’insieme dei dialoghi non promuove un senso, ma consegna discorsi fatti di un presente senza domani.

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