Al Macallé ancora la compagnia Gank

Venerdì 23 e Domenica 25 ottobre 2009, ore 21 -Teatro Macallé di Castelceriolo
LA GUERRA DI KLAMM di Kai Hensel regia di Filippo Dini, con Antonio Zavatteri (nella foto)

Un attore, una cattedra, una sedia. L`insegnante Klamm, troppo vecchio per ricominciare da capo, troppo giovane per la pensione anticipata, si trova di fronte a una classe (il pubblico) che gli ha dichiarato una guerra di mutismo. L’accusa è di aver provocato il suicidio di uno studente con un voto negativo che ha portato alla bocciatura del ragazzo. Ma Klamm non accetta di essere messo sotto processo. Si difende con un astio che mal cela la sua crisi esistenziale, destinata a evidenziarsi nel corso di un monologo sempre più carico di tensione drammatica. La guerra di Klamm è un testo sulla scuola, sugli adulti mal equipaggiati nel rapporto con gli adolescenti, ma anche soprattutto un raffinato studio sui rapporti di forza, sulla violenza del silenzio contro quella della parola. Un dramma, attraversato da momenti di forte comicità, firmato da Kai Hensel, scrittore nato ad Amburgo nel 1965. Dopo lunghi viaggi in Europa, Asia e Africa, Hensel è regista al teatro di Lubecca, prima di dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Autore di pièces teatrali, drammi radiofonici, sceneggiature, sceneggiati, è autore tra l’altro del monologo Quale droga fa per me. La guerra di Klamm (Klamms Krieg) è attualmente fra i quattro testi di drammaturgia contemporanea più spesso messi in scena in Germania.
-
La compagniaLa compagnia Gank nasce nel 2002 dalla collaborazione tra Alberto Giusta e Antonio Zavatteri che dopo varie esperienze con il Teatro Stabile di Genova e dopo aver fondato la compagnia Progetto U.R.T. insieme a Iurij Ferrini mettono in scena prima Otello e successivamente Amleto di W. Shakespeare.Spettacoli che oltre al debutto genovese al Teatro della Corte hanno avuto una vasta distribuzione in vari teatri italiani (Otello è stato replicato più di 100 volte). Nell’aprile del 2005 la compagnia mette in scena, in collaborazione con il Teatro Stabile di Genova La Bisbetica Domata di W. Shakespeare e in ottobre Glengarry Glen Ross di David Mamet entrambi con la regia di Alberto Giusta.I nostri successivi spettacoli prodotti nel corso di questi anni sono:Eden di Eugene O’Brien, regia di Alberto Giusta, co-prodotto con il Teatro Stabile di GenovaAnfitrione di Molière, regia di Antonio ZavatteriPer la rassegna Trend abbiamo messo in scena My Child di Mike Barlett, regia di A. GiustaLa Scelta del Mazziere di Patrick MarberPolvere alla Polvere di Owen McCafferty, regia di Flavio Parenti, co-prodotto con il Teatro Stabile di GenovaIl Misantropo di Molière, regia di Alberto Giusta.La nostra prossima produzione sarà La Bottega del Caffè di Carlo Goldoni, regia di Antonio Zavatteri, realizzato in co-produzione con il Teatro Stabile di Genova e il Festival Teatrale di Borgio Verezzi.
ingresso € 5

1 commento:

Anonimo ha detto...

Drammatico, intenso, coinvolgente, convincente. In sintesi, il monologo rappresentato da Antonio Zavatteri presso il Teatro Macallè di Castelceriolo ha saputo esprimere con notevole intensità il dramma di un personaggio, il professor Klamm, “ingiustamente” accusato dai suoi allievi di aver provocato il suicidio dello studente Sasha, non ammesso all’esame di maturità per un punteggio troppo basso attribuitogli dal severo insegnante. Forse il punto cruciale è proprio nel fatto che Klamm è davvero l’INSEGNANTE. Per eccellenza. Ligio al dovere, inflessibile, ha trasformato la sua vita in una vera e propria ossessione per l’insegnamento, senza lasciare spazio a sentimenti, rapporti umani o relazioni amichevoli, né con gli alunni, né tanto meno con il mondo della scuola. Gli allievi sono visti con grande distacco ed avvertiti come “esseri inferiori”, nessuno all’altezza del Professore, qualcuno al limite visto con maggiore bonarietà, ma sempre comunque avvertiti come “nemici da spezzare”, per infondere in essi l’amore per il sapere e per la letteratura. Ma anche i colleghi, gli altri insegnanti, il Preside, sono visti con uguale occhio critico, con disprezzo anche maggiore in quanto non si dedicano come lui all’insegnamento, non ne fanno l’unica missione di vita, hanno debolezze e mancanze che per Klamm, chiuso nel proprio mondo egocentrico di riferimento, sono imperdonabili. E proprio per questo ne annota con cura maniacale ed ossessiva ogni lacuna, ogni passo falso, ogni momento di debolezza. Ma una breccia si apre all’improvviso nel mondo solido, preordinato e “militare” del Professor Klamm. E quella breccia è proprio il suicidio di Sasha e,ancora di più, il severo giudizio ed il mutismo con cui lo puniscono i suoi allievi, che davvero ne diventano i nemici inflessibili, spietati e definitivi. Questa piccola, labile scalfittura nella corazza di Klamm, che riceve una lettera in cui viene accusato manifestamente di essere il vero colpevole della tragica sorte di Sasha ne apre via via di maggiori, e a poco a poco il Professor Klamm si trasforma in un uomo, anch’egli fragile, con debolezze, paure e cedimenti, che ci fanno assistere alla sua graduale autodistruzione e al suo definitivo annientamento. Così che alla fine si presume che la Guerra di Klamm contro tutti, abbia fatto un’illustre vittima: lo stesso Professor Klamm.
Ottima l’interpretazione sofferta e travagliata di Zavatteri, che ci presenta un personaggio intenso e ricco di sfumature, ora diabolico e integerrimo, ora debole e perduto. Il finale, che sembra quasi precipitare verso l’inevitabile tragedia, spalanca sorprendentemente una speranza, alludendo al fatto che forse, dopo aver toccato il fondo ed essersi riscoperto “umano”, anche un Insegnante come Klamm può provare il desiderio di ricominciare da capo. Una regia secca, asciutta, essenziale. “Buio” e “luce” sono parole pronunciate, evocano un cambio di scena che in realtà, rapidissimo, avviene davanti agli occhi dei presenti, senza interruzioni, per fare in modo che la tensione non si attenui, nemmeno per un attimo.

Monica Buggia