Rassegna di Bistagno

Sabato 8 maggio 2010, ore 21 - Teatro SOMS di Bistagno
Compagni Stabile Teatro Rina e Gilberto Govi
L'IMPORTANZA DI ESSERE ERNESTO di Oscar Wilde - adattamento di Antonio Biggio.
Questo divertente, e bellissimo testo di Oscar Wilde viene rappresentato con ambientazione anni '20, senza alcun emendamento del testo originale. Ad accompagnare i bravissimi interpreti una sontuosa colonna sonora jazz e le coreografie di Roberto Callegari.

LA TRAMA
Algernon e Jack sono due amici di vecchia data. Il primo abita in città ed il secondo in campagna, ma sovente si incontrano. Entrambi, infatti, vivono una "vita segreta": Algernon finge di avere un vecchio amico malato di nome Bunbury in campagna, mentre Jack finge di avere un fratello scapestrato di nome Ernest in città. Questo espediente permette loro di assentarsi dalle rispettive case e famiglie quando meglio credono.
Jack ama Gwendolen Fairfax, cugina di Algernon, e vorrebbe sposarla. La donna ricambia il sentimento, ma nasce un problema: Gwendolen è convinta che l'uomo che ama si chiami Ernest, inoltre la madre di Gwendolen, l'implacabile Lady Bracknell, è molto scioccata dal fatto che Jack sia orfano e pone un divieto al fidanzamento. Jack, infatti, si fa chiamare Ernest quando arriva in città con la scusa di visitare il suo fantomatico fratello. Avrà il coraggio di svelare alla donna amata la verità?
La storia si complica quando, con un sotterfugio, Algernon si presenta alla casa di campagna di Jack, e si spaccia per Ernest, il fratello scapestrato di questi. Conosce e si innamora di Cecily Cardew, la pupilla di Jack, la quale quindi è convinta di amare un uomo di nome Ernest.
Nessuno dei due uomini è veramente "Earnest" (onesto), né "Ernest" (in inglese le due parole si pronunciano allo stesso modo), ma forse stavolta vorranno diventarlo.
Con questo testo, Oscar Wilde dà il meglio di sè nella ricchezza del linguaggio, sfoggiando una vena ironica che fotografa alla sua maniera (cinica e spietata) la Londra snob, nobile e fannullona dell'epoca. La commedia non è sicuramente il massimo della dinamicità scenica, ma per gli attori rappresenta una bella prova di dizione e ampollosità, nel rappresentare questi personaggi che abbiamo scelto di posizionare negli Anni '20, con una sontuosa colonna sonora Jazz.

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