Teatro alla Cascina Moglioni

Domenica 18 luglio 2010.

Il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo e l’Ecomuseo di Cascina Moglioni organizzano, al teatro all’aperto di Cascina Moglioni, uno spettacolo teatrale, ore 19.30, ingresso gratuito:
L’amico ritrovato di Fred Uhlman, con Marco Alotto, violoncello Paolo Torsi.
Hans e Konradin, due ragazzi sedicenni, frequentano la stessa scuola esclusiva.
L’uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica.
Un anno dopo, il loro legame è spezzato.
Questo accade in Germania, nel 1933.
"Mio caro Hans,
questa è una lettera dificile. Prima di tutto voglio dirti quanto mi dispiace che tu stia per partire per l’America. Non dev ’essere facile per te, che ami tanto la Germania, ricominciare una nuova vita in un paese con cui né io né te abbiamo niente in comune e mi immagino l’amarezza e l’infelicità che devi provare. Tuttavia, questa è la soluzione più saggia, date le circostanze. La Germania di domani sarà diversa da quella che abbiamo conosciuto. Sarà una nazione nuova, guidata da un uomo che deciderà del nostro fato e di quello di tutto il mondo per i prossimi cento anni. So che resterai sconvolto nell ’apprendere che io credo in quest’uomo. Lui solo è in grado di salvare il nostro amato paese dal materialismo e dal comunismo, e grazie a lui la Germania potrà ritrovare l’ascendente morale che perduto per colpa della sua follia. La nostra scelta è tra Stalin ed Hitler e, tra i due, preferisco Hitler".
Uhlman dà alla narrazione una qualità musicale che è al tempo stesso lirica e ossessiva.
“Le mie ferite, ” dice Hans Schawrz, il protagonista, “non sono guarite e ogni volta che ripenso alla Germania, è come se venissero sfregate con del sale.”
Hans e Konradin ci dimostrano che la comprensione nata dal confronto e dall’amicizia può far superare posizioni preconcette a segnare la via della redenzione.
Ne L’amico ritrovato c’è la speranza che l’umanità reagisca nella consapevolezza, alle sconfitte e alla morte anche quando queste appaiono inevitabili.
Perché il pensiero va oltre la morte stessa e la vince. (MARCO ALOTTO)

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