Ven. 6, sab. 7 e dom. 8 maggio 2011, h 21.00 - Auditorium S. Chiara di Casale M.to

LE TROIANE
di Euripide
Traduzione di J.P. Sartre
Compagnia Nuovo Palcoscenico di Casale M.to
 In scena Chiara Angelini, Paola Budel, Laura Carrega, Alessandro Guida, Dania Milanese, Valter Nicoletta, Cinzia Pavese, Silvano Pierro, Alberto Raiteri. Lisa Vaglica,
Daniela Vizzotto e, nel ruolo del piccolo Astianatte, Ginevra Costantino.
Regia di Giuseppe Costantino
Questa la vicenda: la città di Troia , dopo una lunga guerra, è infine caduta. Gli uomini troiani sono stati uccisi, mentre le donne saranno assegnate come schiave ai vincitori. Cassandra viene data ad Agamennone , Andromaca a Neottolemo e Ecuba ad Odisseo . Cassandra predice le disgrazie che attenderanno lei stessa e il suo nuovo padrone una volta tornati in Grecia ed il lungo viaggio che Odisseo dovrà subire prima di rivedere Itaca . Andromaca subisce una sorte ancor più terribile, poiché i greci decidono di precipitare dalle mura di Troia Astianatte , il figlio che la donna aveva avuto da Ettore , per evitare che un giorno il bambino possa vendicare il padre e per porre fine alla stirpe troiana. Ecuba ed Elena si sfidano in una sorta di agone giudiziario, per stabilire le responsabilità dello scoppio della guerra. Elena si difende ricordando il giudizio di Paride e l´intervento di Afrodite , ma Ecuba svela infine la colpevole responsabilità della donna, fuggita con Paride perché attratta dal lusso e dall´adulterio. Alla fine, il corpicino di Astianatte viene riconsegnato ad Ecuba per il rito funebre, Troia viene data alle fiamme, e le prigioniere vengono portate via mentre salutano per l´ultima volta la loro città.
La regia di Giuseppe Costantino ha immaginato un campo di prigionia appena accennato, in una zona desertica, una torretta di sorveglianza, delle catene, del filo spinato, soldati aguzzini, un re - Menelao- che nulla ha più di eroico. Una guerra tra due civiltà: quella occidentale ( quella per noi "civile", americanizzata, globalizzata, democratica? ) e quella orientale ( quella per noi "barbara", islamica, integralista, antidemocratica? ). Ma chi sono veramente i barbari? Quelli che massacrano, che stuprano, che sono insensibili al dolore altrui. Quindi i Greci ci dice Euripide, perché la guerra crea mostri e chiunque vi partecipi diventa mostro, indipendentemente dalle ragioni che muovono le azioni belliche. In guerra nessuno ha ragione e tutti hanno torto, la storia ci insegna come popoli vittoriosi diventano poi popoli vittima in una sorta di ciclo sadico che vede gli uomini, quando perdono l´uso della ragione come strumento di governo, sbranarsi e diventare "barbari". E´ una tragedia antimilitarista quella di Euripide. C´è però un fatto che differenzia le Troiane dalle altre tragedie antimilitariste di Euripide: l´opera non è una generica condanna della guerra, ma fa riferimento ad un preciso atto bellico compiuto a tradimento da Atene nei confronti dell´isola di Milo. L´episodio,che aveva sconvolto la coscienza civica ateniese e generato numerosi interrogativi,era avvenuto pochi mesi prima della rappresentazione della tragedia.

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