Peter Brook, lo sperimentore che ha scritto un capitolo fondamentale nella storia teatrale del ‘900 e uno tra i più grandi registi viventi, arriva per la prima volta assoluta a Genova con un suo spettacolo. Da alcuni anni il Maestro nato a Londra, dopo aver esplorato il substrato delle più antiche civiltà del mondo, ha concentrato ogni sforzo nella disamina del Continente Nero, dedicandosi in particolare al Sudafrica, a suo dire culla del primo insediamento umano. E’ nata cosi la “trilogia degli spettacoli africani”, Le costume,Terno Bokar, Sizwe banzi est mort: il confronto con il misticismo, l’animismo e l’islamismo africano; l’analisi delle contraddizioni della società nera, il razzismo e l’Apartheid; i valori e i saperi della tradizione; le tensioni tra bianchi e neri sono i temi che legano ed uniscono questi lavori.Sizwe Banzi est mort racconta la storia di un povero diavolo che, pur di sopravvivere tra permessi di soggiorno e lavoro che non c’è, complice un amico più scaltro, ruba i documenti a un cadavere e assume un’altra identità. Una vicenda dolorosamente toccante e umanamente struggente: nelle piccole vite dei due uomini, travolti dall’assurda macchina dell’Apartheid, non ci sono speranze, né possibilità di salvezza. L’unica chanche è sopravvivere, lottando per mantenere integra la propria identità.Peter Brook racconta questo cammino di dolore con una leggerezza irreale, soffondendo il tutto di una comicità ironica e delicata, appoggiandosi alla strabordante bravura e simpatia dei due attori protagonisti.
Ed ecco apparire i due attori, che ci circondano il clown Bianco e l’Augusto, Arlecchino e Brighella, Scapino o Sganarello,Buster Keaton e Charlot, Stanlio e Olio, perfino Don Quichotte e Sancho Panza:riescono ad essere universali senza perdere un grammo delle loro origini. (Martine Silber - le Monde)
Brook scende con straziante delicatezza nei meandri dell’anima.(Enrico Groppali - Sipario)
Nessun commento:
Posta un commento