Lo spettacolo che sarà messo in scena è:
“IL LUNGO PRANZO DI NATALE”, scritto nel 1931 dall’autore americano Thornton Wilder è il titolo dello spettacolo – saggio finale del Corso di Formazione della Scuola “I POCHI”. Il pranzo di Natale, la ricorrenza più familiare dell’anno è il luogo a cui i ricordi fanno ritorno con maggiore intensità: il Natale, in questa messa in scena, scandisce le nascite e le morti dei personaggi che si susseguono in veri e propri passaggi esistenziali. Le frasi e le azioni che si ripetono danno l’illusione della sospensione temporale, mentre invece il tempo passa , tanto da diventare il vero protagonista di questa storia che in una sola ora illustra 90 anni di vita di una famiglia borghese riunita attorno alla stessa tavola imbandita e al medesimo rito. I personaggi nascono, crescono, invecchiano e muoiono senza cambi di scena evidenti. E’ un testo classico che stupisce per momenti di originalità e che affascina per la sua tenerezza e insieme leggerezza su uno sfondo di tragicità struggente: l’andirivieni dei personaggi, infatti, altro non è che il tragico trascorrere delle nostre esistenze e l’unico modo per sopportare la condizione umana è l’inclinazione naturale all’oblio. Gli attori si sono concentrati a rievocare in loro tali sentimenti. Ad ognuno è stato affidato il compito di esplorare il proprio mondo interiore, di attingere, quindi, al proprio bagaglio esperienziale e di trovare, per mezzo di scelte , un canale espressivo funzionale alla scena. Il lavoro che ha anticipato questa fase è stato dedicato all’ascolto verso se stessi e in relazione con gli altri e le lunghe pause tra un dialogo e l’altro del testo sono state il pretesto per una educazione all’uso consapevole dello spazio e del tempo entro cui vivere l’azione. La scena creata ha toni chiari e tenui e un ritmo pacato, a tratti gaio dove anche il dolore e il tormento si trasformano presto in nostalgia e dolcezza perché tutto cambia, tutto passa e “IL LUNGO PRANZO DI NATALE” racconta proprio questa caducità della vita e del suo senso racchiuso nello scrigno dello scorrere inesorabile del tempo.
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Lo spettacolo sarà preceduto dal SAGGIO DELLO STAGE DI TEATRO DANZA con la performance “DIVENENDO” al quale partecipano gli allievi NICOLETTA CAVANNA, ALBERTO BASSI, TERESA PISANO, ELISABETTA MACCANTI, GABRIELLA REPETTO, ALESSANDRA NOVELLI, DAVIDE CODOGNO, ALICE BRUSCHI, ERIKA BOVOLENTI. Didattica, coreografie e regia sono di STEFANO BOTTO con la cortese collaborazione di Caterina Cartassegna e Doriano Frau.
“DIVENENDO” si ispira alle tematiche che gli allievi del Corso di Formazione hanno affrontato nell’allestimento de ”Il lungo pranzo di Natale” e primo fra tutte il tempo, scandito dalle note del compositore Arvo Pärt, sotto l’aspetto della suo costante movimento: nascere, divenire, morire. Con a disposizione una decina di incontri, gli allievi si sono impegnati a creare materiale attraverso cui esprimere tale argomento per mezzo di elementi in prevalenza astratti propri della danza, in questo caso si tratta più precisamente di teatro-danza: disciplina che, come dice il nome stesso, fonde insieme il linguaggio corporeo della danza e quello verbale della recitazione.
Il saggio della Scuola di Teatro I Pochi è possibile grazie alla collaborazione dell’Azienda Teatrale Alessandrina.
Direzione e coordinamento dei corsi di recitazione sono a cura di FRANCESCO PARISE.
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Info Pochi: 329 11 55 457 - ipochi@tele2.it - http://ipochi.blogspot.com/
Per ulteriori notizie e approfondimenti telefonare a Francesco Parise: 3386539775
7 commenti:
decisamente meglio non commentare...
Commenta, pure liberamente, con garbo se è possibile... ci mancherebbe
Premetto di non intendermi di teatro dal punto di vista tecnico-organizzativo. La mia vuole solo essere un'osservazione da semplice spettatore.
Ho trovato il testo una bella idea, una situazione un po' diversa dal solito e quindi abbastanza carina.
L'interpretazione l'ho però trovata assolutamente piatta e noiosa! Una cosa da non riuscire a tenere gli occhi aperti!
La domanda che sibilava nei posti accanto ai miei era sempre la stessa: "Ma perchè non succede niente??".
Sulla recitazione ripeto, non mi sento di giudicare perchè io non sono nessuno però, da spettatore l'ho trovata molto (troppo) didattica, togliendo quel non so che di naturale che (a mio parere) rende molto più piacevoli e meno finte le rappresentazioni teatrali.
Forse, ho pensato, la spiegazione è che si tratta di un saggio di allievi chiaramente ancora non esperti e di conseguenza non si dovrebbe pretendere troppo. E' così?
Andrea
good start
imparato molto
imparato molto
La ringrazio per Blog intiresny
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