COSI' E' SE VI PARE di Pirandello a Fresonara

Sabato 12 dicembre 2009, ore 21 - Teatro Comunale di Alessandria
Compagnia Nuovo Palcoscenico di Casale M.to
COSI' E' SE VI PARE di Luigi Pirandello.
Regia Giuseppe Costantino - Luci Ivana Cantaro - Riprese video Gianluca Scaglione
Interpreti: Chiara Angelini, Nicolò Angellaro, Paola Budel, Giuseppe Costantino, Daniela Desana,
Ambra Ferrarotti, Robert Fuscà, Monica Guglielminetti, Dania Milanese, Alberto Raiteri, Daniela Vizzotto. Il ruolo della figlia nella ripresa video è interpretato da Ivana Cantaro

Il dramma è uno dei maggiori capolavori del drammaturgo siciliano Luigi Pirandello che nel 1925 consacrò con “Così è, se vi pare” la sua fama di lucido osservatore della realtà attraverso la lente implacabile della ragione e dell’umorismo.
Portata al successo nel secolo scorso soprattutto dalle magistrali regie di De Lullo e di Castri e dalle impeccabili performance di interpreti quali Paolo Stoppa, Lilla Brignone, Romolo Valli, Valeria Morriconi, Luigi Vannucchi, “Così è, se vi pare” è la storia di un’indagine che gli abbienti e perbenisti cittadini di una provincia italiana degli anni venti portano avanti, con maliziosa caparbietà, nei confronti di una famiglia giunta recentemente sul posto e colpevole, ai loro occhi indagatori, di un “modus vivendi” inspiegabile in quanto fuori dagli schemi di una vita centrata sull’appartenenza ad una cerchia sociale riconoscibile e codificabile. La famiglia, composta da madre, figlia e genero, non ha radici in quanto reduce da un terremoto che ne ha distrutto abitazione, parentele e, quel che più conta, documenti probanti del loro stato civile. Assillati dalla morbosa curiosità della gente, la signora Frola e il genero Ponza alimenteranno l’ipotesi di una infermità mentale, della quale si accuseranno reciprocamente. L’apparizione della ragazza, rispettivamente figlia e moglie dei due, dovrebbe, nelle aspettative dei convenuti, far venire alla luce quella verità, oggettiva e inoppugnabile, che è stata il motore di ricerca di tutto il dramma. La ragazza sarà invece portavoce di un’altra verità, ben più insondabile: “Io sono colei che mi si crede” è il messaggio finale che l’autore, dando perfetta forma a quel relativismo esistenziale già espresso in novelle, romanzi e drammi precedenti, ci rimanda.
La regia di Giuseppe Costantino fa’ tesoro delle già citate interpretazioni del passato e mette in evidenza soprattutto gli aspetti sociali della vicenda, qui contestualizzata alla metà degli anni trenta, in un’Italietta provinciale e frivola ma fortemente radicata ai propri privilegi e alle proprie convenzioni. Le dispute verbali dei personaggi si svolgono all’esterno di un cinema dell’epoca, all’aperto, emancipandosi dal luogo comune del salotto borghese, ormai sinonimo, nelle messe in scena pirandelliane, di un cerebralismo e di un filosofeggiare spesso pesante e di maniera. All’interno del cinema si consuma invece la narrazione di Frola e Ponza, protagonisti loro malgrado di una sceneggiatura impietosa. L’apparizione della figlia sullo schermo, e non dal vivo, chiude il cerchio di una lettura tesa a sottolineare il labile confine tra realtà e finzione . (Chiara Angelini)

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