A Libarna il teatro

Sabato 4 luglio, alle ore 17.30 - Area archeologica di Libarna (Serravalle Scrivia)
Performace teatrale

Che cos’è Libarna: appunti per una città invisibile di Emanuele Arrigazzi ed Allegra De Mandato
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“È delle città come dei sogni: tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.” Italo Calvino.(Le città invisibili)

Regia di Emanuele Arrigazzi
Microdrammi di Allegra de Mandato
Musiche di Roberto Bellatalla
Scenografie di Michele Sabatoli

Con: Maria Paola Bidone, Eleonora Bombino, Patrizia Leardi, Francesca Mantelli, Roberto Rizzo, Andrea Vasone e con Emanuele Arrigazzi.

Testi liberamente invasi da Euripide, Sofocle, Sarah Kane, Valeria Parrella, Desperate housewives, i Sopranos, Shakespeare, Marguerite Yourcenar.

“Non si può uccidere un morto”
Marguerite Yourcenar

Lo spettacolo è strutturato come un viaggio ideale all’interno di una città invisibile, un viaggio in un mondo di presenze fatasmatiche ma umane troppo umane. Siamo noi, è il nostro passato la nostra vita portata all’estremo dalla tragedia greca. La scelta è stata quella di far rivivere personaggi epici in un luogo la cui atmosfera è più che mai epica e dove ci immaginiamo il nostro passato aleggi. Immortale perché, citando Marguerite Yourcenar, non si può uccidere un morto, allora tanto vale farlo rivivere per un giorno.
Un percorso attraverso figure umane enormi e deboli, fragili e colpevoli delle più forte passioni, il linguaggio è quello della tragedia che tanto forte risuona all’interno di questa città invisibile fatta di confini e perimetri, di resti e rovine basse. Qui s’innalzano i nostri personaggi che in un linguaggio fuori dal tempo parlano di passioni mai tramontate, di amore e odio, di vendetta, gelosia e giustizia. Ne parlano e soprattutto li rivivono, li fanno vibrare con parole che nascono dal tentativo di spogliare di temporalità storie universali, di farle riecheggiare con potenza, con violenza ma anche con fragilità.
Dialoghi e monologhi in assenza, in mancanza di finale, in sospensione come se eternamente fossero destinati a ripetersi, saremo accompagnati nel viaggio da un aedo, un cucitore di storie che le accompagnerà e le farà rivivere attraverso le sue parole e da un musicista che le renderà epos.
Cinque grandi storie: Medea e Giasone (la vendetta), Clitemnestra e Agamennone (l’odio), Alcesti e Fedra (l’amore e la vertigine), Antigone e Creonte (la giustizia e la scelta). Non c’è la sublimazione della storia, non ci sono gli dei, ci sono confessioni, vertigini, balli interiori e fremiti, c’è l’uomo che rivive.
Farlo rivivere in un luogo già pieno di storie ci sembrava davvero un’occasione imperdibile.
(Allegra de Mandato e Emanuele Arrigazzi)
L’area archeologica di Libarna è uno dei siti archeologici più importanti del Piemonte. Rinvenuto casualmente durante i lavori per la costruzione della Strada Regia dei Giovi all’inizio del 1800 e del tratto ferroviario Torino-Genova nel 1846, ha riportato alla luce varie parti dell’antica Libarna romana che hanno permesso di ricostruire l’assetto urbano della città imperiale. Visitando l’area archeologica è possibile osservare i resti di due isolati di abitazioni, il Teatro e l’Anfiteatro. In una delle domus è stato rinvenuto un mosaico di grandi dimensioni con una bella scena figurativa che rappresenta il mito di Licurgo incorniciato da una decorazione geometrica in bianco e nero. Il teatro che, poteva accogliere fino a 3800 spettatori, è la parte meglio conservata. In tempi recenti sono stati portati alla luce le fondamenta degli ingressi, della cavea e della scena oltre che a parziali segmenti della costruzione elevata. L’anfiteatro si trova ai margini dell’abitato e, anche in questo caso, si possono vedere le fondazioni dei corridoi che portavano alle gradinate, l’ambulacro e le zone poste sotto l’arena. Una parte dei reperti rinvenuti durante gli scavi sono stati collocati nell’Area Museale di Libarna. Tra questi frammenti di ornamenti e le decorazioni che un tempo impreziosivano gli edifici, capitelli, cornici e fregi architettonici

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto lo spettacolo. La cornice magica. I costumi geniali.Alcuni attori convincenti altri un po' meno. La drammaturgia non in tutte le performance all'altezza degli argomenti. In complesso comunque gradevole.

Toddielela ha detto...

Molto affascinate la messa in scena, gli attori prendevano vita dopo il passaggio del pubblico, veramente carino. Alcuni dialoghi forse un po' ripetitivi, ma comunque uno spettacolo molto interessante!