Monica Guerritore a Sauze d’Oulx

DOMENICA 9 AGOSTO ore 21.00 - Teatre D’Ou (teatro d'agosto) di Sauze d’Oulx
DALL'INFERNO ALL'INFINITO di e con Monica Guerritore (nella foto)
Produzione Argot Produzioni
La potente forza creativa dell’Immaginazione delle pagine di Hillmann e Citati accompagnano e forse spiegano(in parte) la discesa nel nero, nell’intima natura umana, che Dante mette in versi nei canti iniziali dell’Inferno ( Divina Commedia ).
Nelle bellissime parole di Wagner la forza della musica (che accompagna tutta la performance) diventa motore emotivo e precede, accompagna e amplifica il tormento delle passioni amorose (Paolo e Francesca), di abbandono (La tentazione della Valduga), di ferocia come nel canto del conte Ugolino. Di abissi naturali che portano in scena anche figure materne e paterne. Pasolini, Morante.
Tutto rende la ricerca e il racconto interiore e poetico di Maestri lontani tra loro per epoca, un'unica grande anima che racconta le infinite vie della testimonianza del Sé. Le parole di Eco e del grande psicanalista Galimberti accompagnano, noi uomini di oggi, nella comprensione del nostro Inferno interiore e dell’Infinito intuito…Tutto percepito e a noi consegnato da un'unica fonte. L’Intuizione artistica. Di uomini e donne che hanno “ cercato se stessi” (C.Pavese).

Nella mia intenzione il desiderio forte di sradicare parole , testi, versi altissimi dalla loro collocazione “conosciuta” per restituir loro un “senso” originario e potente.
Monica Guerritore


Dall'Inferno all'Infinito rende la Guerritore un involucro trasparente e traspirante di emozioni, una colata di parole messe insieme dalla consapevolezza del se, epitaffio sul marmo gelido dell'ingordigia, funereo canto all'attitudine del male ricoperto dal calore del bene. Da Dante, designato ad essere il traduttore più rappresentativo del rapporto dell'uomo con la paura dell'inferno, nella speranza del paradiso attraverso l'affronto delle sue infime paure e la passione d'amore di Francesca, si passa allo struggente dolore dell'abbandono di Patrizia Valduga nelle descrizioni della luttuosa fantasia nelle "Cento Quartine", metamorfosi incostante dello stato d'animo, come della malinconia di amori non corrisposti avvolti dalla menzogna in un celato sortilegio di Elsa Morante, fino alla supplica di Pasolini alla propria madre, in un complicato e platonico amplesso d' amore privo di condizioni: "E' difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio, tu sei la sola al mondo che sa del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore".
Tra il fumo di una sigaretta e la tiepida luce del palco, cede all'interpretazione della ricerca di se stessi adottata da Pavese all' alba dell' "Ultimo Scritto", all'idillio della poetica, luce di sensazioni ineffabili nelle indagini emotive dell'anima di Leopardi, nell'infinito silenzio rotto dalla voce interiore.

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