Al Civico di Tortona

Mercoledi 24 marzo 2010, ore 21 - Teatro Civico di Tortona
La Commedia dell’Amore - Jack e Jill” di Jane Martin - traduzione di Filippo Taricco, regia di Beppe Rosso, con Sara Bertelà e Jurij Ferrini (nella foto). Servi di scena Marta Massano e Francesco Mina, scenografia Paolo Baroni, luci Cristian Zucaro, costumi Monica Di Pasqua, musiche Fabio Coggiola.
Scritta nel 1998, affronta di petto, in maniera brutale, scarna, il tema dell’amore e del rapporto di coppia nel mondo contemporaneo. Jack e Jill, i nomi dei due protagonisti, nell’inglese parlato contemporaneo indicano genericamente la coppia. Derivano da un’antica filastrocca inglese, già nota a Shakespeare che la cita nel “Sogno di una notte di mezza estate”, che narra l’amore infelice del re Jack per la regina Jill. I nostri sono due quarantenni che si incontrano e cercano di vivere una relazione di coppia nel tentativo di afferrare il fantasma dell’amore che perseguita il mondo contemporaneo, quell’amore divenuto un’oasi nel deserto degli ideali e motore dell’economia, promessa universale, desiderio di tutti e il più delle volte miraggio impossibile da raggiungere. Divorziati, colti, intelligenti, vivono nella realtà priva di drammi dell’occidente ricco desiderando una felicità che a volte confina con il vuoto, ciò che mette in crisi la coppia non è un triangolo come nel teatro ottocentesco. In scena a discutere, ad agire, ci sono solo Jack e Jill, nessuna minaccia dall’esterno, nessun impedimento, eppure, tra loro, c’è una grande irresolutezza alle prese con i ruoli di uomo donna non più definibili, instabili, ambivalenti. Sono esasperati, quasi furiosi nel loro tentativo di felicità: si analizzano e cercano inutilmente di sviscerare i problemi, tra slanci romantici e momenti di egoismo, divisi tra il bisogno di sicurezza e le ambizioni di carriera e libertà. L’unica via di fuga da questo circolo chiuso è data da momentanee rotture della quarta parete: si confessano e invitano lo spettatore a riflettere sulla condizione della coppia. Toni grotteschi, paradossali, decisamente graffianti, momenti di vuoto e di tragedia che visti a distanza risultano comici, se non addirittura ridicoli.

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