Venerdì 19 novembre, h. 21 - Teatro SOMS di Silvano d'Orba

 ASSASSINATE LA ZITELLA
di Giancarlo Pardini
Con Giampiero Sciurti, Cristina Filz, Diego Accili, Paola Tacchino, Paola Gandolfo, Fausto Percivale, Teobaldo Borgarelli, Francesca Bilotta, Ilio Sciurti - Commento musicale di Mirko Gian - Luci di Marco Bilotta
Regia di FRANCESCA BILOTTA

Per prime avranno diritto all’eredità solo quelle che, all’atto del presente testamento, saranno ancora..NUBILI!” Siamo nell’America degli anni ’80, la ricchissima e anziana zia Sara è venuta a mancare e le sue adorate nipoti sono state invitate nella villa della defunta per la lettura del testamento. Niente di più gradito per le tre avide nipoti Jessica, Gloria e Rita Smith che, accompagnate dai loro mariti, aspettano impazien............ti l’arrivo del notaio Lindon per sapere quale fetta di eredità spetti loro! Ma zia Sara ha giocato un ultimo scherzetto..l’eredità andrà unicamente alla nipote ancora nubile al momento della lettura e quindi alla loro cugina Giorgetta Smith! La delusione per gli avidi eredi è enorme, soprattutto perché Giorgetta non è una persona qualunque, ma una buona e pia zitella che sarà sicuramente intenzionata a dare tutto il suo patrimonio in beneficienza: è proprio questo il duro colpo per tutti i personaggi, intrisi di cinismo fino al midollo, per cui l’unica soluzione possibile sembra essere togliere di mezzo la scomoda parente. Tra gag e colpi di scena si snoda quasta divertente commedia un po’ gialla e un po’ noir. Ed ecco alternarsi nell’elegante salotto di casa Smith la conturbante Jessica, moglie dell’ingenuo Henry; la dispotica Gloria con il suo povero marito Brando; la svampitissima Rita, completamente persa nel suo mondo di film e telenovela; l’eccentrico maggiordomo William, incredibilmente triste (ma sarà vero?) per la morte della signorina Sara; il notaio Lindon dall’alito pestilenziale e…un temibile sicario dal fascino irresistibile! Insomma, divertimento e risate assicurati! Ma fate attenzione, perché la parola d’ordine sarà: ASSASSINATE LA ZITELLA!!!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Anonimo se non sai capire l'impegno di chi organizza uno spettacolo, stai a casa!!!!! lo spettacolo era divertente e gli attori più che dignitosi una serata leggera ma allegra tiè!!!!!

Anonimo ha detto...

Addirittura!!!?Non sarà il Re Lear di Strehler ma non era neanche tutta 'sta cosa immonda. Anch’io l’ho visto e mi è sembrato divertente;decisamente all’altezza, se non superiore, a molte cose che si vedono in giro a livello amatoriale. Comunque sarebbe anche il caso che argomentassi un minimo il tuo giudizio, senza limitarsi a un commento così lapidario e sterile. Giorgio

Francesco Parise ha detto...

Recensione di Andrea Vignoli al link: http://www.novionline.net/news/musica-e-spettacoli/teatro-giacometti-un-grande-successo-per-i-fuori-di-testo-con-assassinate-la-zit.html

Francesco Parise ha detto...

È sempre piacevole vedere calcare la scena a un gruppo di volenterosi attori “dilettanti”, che si divertono mentre recitano, vivendo l’incanto che solo il teatro è in grado di regalare. E il pubblico, per effetto della “catarsi”, percepisce la contentezza degli “histriones” e la fa propria.
Se succede bisogna rallegrarsene perché non è così frequente, sia e soprattutto nel teatro professionistico, ma anche, purtroppo, fra coloro che “recitano solo per amore” (più bello di amatoriali, non né vero?).
Il teatro, suo malgrado, investe la sfera del subconscio e per questo genera forti emozioni, tra le più diverse, in parte positive e in parte.. (ahimè con maggiore incidenza) negative.
Ecco perché assistendo agli spettacoli dei FUORI DI TESTO (da un nome così ci si attende un repertorio fatto di pièces teatrali al limite tra il grottesco e il farneticante), mi sembra di intuire che trattasi di compagnia teatrale che ha scelto (forse annoverandolo tra gli articoli dello statuto associativo) di non volersi prendere troppo sul serio (anzi “aborra” farlo), che predilige il “gioco teatrale” (meglio la lippa del risiko) e che, probabilmente, prova un autentico compiacimento per lo stile adottato nell’interpretare le commedie, fatto di spensieratezza e debordante di simpatici e benevoli lazzi e ammiccamenti col pubblico, che ricambia questo approccio ludico e sbarazzino, con risate e abbondanti apprezzamenti.
E se il pubblico ha gradito vuol dire che si è conseguito un successo.
Il foglio di sala in quarta di copertina, alla fine di un’esaustiva presentazione della commedia: (mi chiedo se le parole che seguono sono il frutto di una considerazione di gruppo o il solo pensiero della regista) “… senza pretese da grandi attori e senza impelagarsi in un teatro troppo alto e sofisticato uscendone con un pubblico insoddisfatto… Dal niente.. Signori.. ecco la mia scommessa.. (non si capisce la scommessa di chi sia)”
In questa frase, in sintesi, è riassunta la filosofia della compagnia ed è un modo d’intendere la pratica teatrale legittima, ma che non mi trova d’accordo.
Che cosa s’intende per teatro alto e sofisticato? Quello al quale non si è avvezzi?
Non capisco un fico secco di “economia” (che noia solo pronunciarne la parola), e quindi devo concludere che “le materie economiche” sono alte e sofisticate? Magari se le avessi studiate non sarei mai arrivato a questa conclusione.
È vero, non si può negare: esiste un teatro “complesso”, alcune volte ridondante, pomposo, sovente noioso e pretenzioso, quando affronta temi di un certo spessore, invece della spicciola e stucchevole quotidianità di tutti i giorni (prima parte)

Francesco Parise ha detto...

(seconda parte) La scelta di dedicare una parte del proprio tempo libero al teatro e la generosità dimostrata nel recitare per scopi benefici è comunque encomiabile.
Ma torniamo alla commedia ASSASSINATE LA ZITELLA.
Il testo è un po’ così… bruttino, leggero, leggero, leggero, evanescente. Si volatilizza nello spazio di qualche battuta. L’andamento drammaturgico è banalmente scontato. Forse questo sig. Pardini (imperante su internet), autore anche di PURGA & CIOCCOLATO messa in scena da un’altra compagnia novese i 2x6 (accidenti attori di Novi, che fantasia), non è che sia proprio un fenomeno.
Ecco mi permetto di raccomandare alla compagnia d’impegnarsi di più nella scelta di un testo da rappresentare.
Tra gli attori si erge su tutti, inevitabilmente, Francesca Bilotta (brava come attrice, regista work in progress ). Come interprete è precisa, calibrata nei gesti, intelligente, usa la voce in maniera pregevole e sa muoversi nello spazio come va fatto. Spassosa la trovata tipo quel cia’ cia’, un tormentone d’indubbia efficacia comica. Gli altri dovrebbero cercare di seguirne l’esempio, imitarne, prima di tutto, la sobrietà.
Forse è tempo che la Bilotta afferri il toro per le corna (vale a dire la compagnia), che imponga la propria autorità in modo da correggere gli attori quando esibiscono una gestualità ricca di vezzi di maniera (vedi lo stralunato Diego Accili), o quando impegnano lo spazio in modo caotico. Sulla strada dell’evoluzione interpretativa registro la Paola Gandolfo, che esorto a non accontentarsi dei risultati ottenuti fin qui. Naturalmente sono i difetti di una compagnia agli esordi ed ancora inesperta.
Una parola sulla scenografia. Divertentissimo assistere al montaggio di una scenografia così prorompente come quella di ASSASSINATE LA ZITELLA, però è
veramente “molto oltre la misura”. Troppe cose, mobili accatastati tipo mercatino dell’usato, che mai nessuno disporrebbe in quella maniera a casa propria. Anche qui va fatto un lavoro di ricerca di quale sia la misura nella scenografia di uno spettacolo. È un lavoro difficilissimo, ma che dev’essere affrontato prima o poi, anche perché i teatri della nostra zona sono, salvo rare eccezioni, piccoli, angusti e poco attrezzati.
Conclusione: “Cara Francesca devi assumerti totalmente la responsabilità dello spettacolo, anche perché tutto quello che si vede negli allestimenti della tua compagnia, non può che essere attribuito a te, risultando tu la regista. I pareri degli altri contano fino ad un certo punto e spesso è utile, garbatamente, rispedirli al mittente. Gli altri devo imparare ad accettare le tue decisioni. Non si può fare altrimenti”.
Una chiosa dedicata a Teobaldo Borgarelli, attore tanto amabile quanto capriccioso, in grado di interpretare lo stesso personaggio in spettacoli diversi, come una maschera della commedia dell’arte: “il vecchio piegato in due, con variopinti acciacchi dovuti all’età, che si regge col bastone (sempre quello)”. Dalla sua passione, esperienza ed esuberanza ci si aspetta molto di più.
Voto dello spettacolo: 6+