Domenica 13 febbr. 2011, h. 21,15 - Teatro Comunale di Ovada

Lucrezia Lante della Rovere
MALAMORE
un testo complesso in cui l’autrice, Concita de Gregorio, ha raccontato il rapporto fra le donne e il dolore: “Un compagno di vita, un nemico tanto familiare da esser quasi amico”, lo definisce il direttore dell’Unità.

Il palco spoglio, la luce essenziale come volesse colpire solamente l’anima. A brillare è la voce, il volto e la figura di Lucrezia Lante della Rovere, interprete di una donna anticonformista, non per scelta, ma per destino.

Nella versione teatrale, firmata dalla stessa Lucrezia Lante della Rovere e dal regista Francesco Zecca, al centro della scena ci sono solo la voce femminile e quella del pianoforte di Viky Schaetzinger in un crescendo di ricordi, esperienze, dolori. E proprio dalle parole dell’attrice emerge un ritratto di donna forte, capace di affrontare tutti gli aspetti della vita con un senso unico di dovere e responsabilità: “Le donne hanno più confidenza col dolore del corpo, dell’anima: provano la temperatura del ferro da stiro toccandolo.
Brucia ma non si bruciano. Imparano a cantare piangendo. Portano i figli in braccio per giorni in certe traversate del deserto, sui barconi, nella città”. Un ritratto di donna in cui l’uomo non compare affatto, quasi fosse uno spettatore distratto di quell’universo femminile che si sviluppa interiormente e in totale solitudine. Un uomo sempre più impegnato nell’affannosa ricerca di conferme e certezze nella superficialità di un vuoto e triste involucro esteriore.

La serata prevede anche una degustazione guidata di vino e prodotti locali. Ingresso 12 €.

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