Sabato 20 novembre 2010, ore 21:15 - Teatro Macallè di Castelceriolo (AL)

Dove è situata la linea che in ogni uomo separa il bene dal male? L’animo delle persone buone è forse una fortezza inespugnabile che racchiude ermeticamente i sentimenti più nobili e li preserva da ogni contaminazione?
Se così fosse il mondo di Otello, con i suoi valori assoluti di onore, lealtà, coraggio e forza sarebbe al sicuro dalle oscure macchinazioni dell’insinuante Iago. Sepolti nel cuore del Moro, neppure troppo in profondità, sono già presenti i semi dell’amore violento e della gelosia letale. Iago li indica ad Otello e poi esce di scena, lasciando il protagonista solo con le sue insicurezze, incapace di gestire i suoi pensieri più reconditi ed inconfessabili, i quali poco alla volta cominciano a “prendere il nome di azione”.
Il male è connaturato alla natura umana. Negare tale evidenza conduce inevitabilmente alla liberazione del nostro Iago, lo specchio spietato che ci restituisce alla vista quella parte della nostra coscienza che potremmo non essere in grado di tollerare.

“La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia. Finchè dura, l’amore è in bilico sull’orlo della sconfitta. Man mano che avanza dissolve il proprio passato; non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di guai. E non sa cosa lo attende e cosa può serbargli il futuro.
Non acquisterà mai fiducia sufficiente a disperdere le nubi e a debellare l’ansia. L’amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile”. ( Bauman, L’amore liquido)

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