Mercoledì 8 dic. 2010, h. 21 - Teatro Civico di Tortona

Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini
in scena con
Nariano Rigillo
IL BURBERO BENEFICO
di Carlo Goldoni
con Giancarlo Condè, Fabrizio Vona, Francesco Di Trio - Musiche di Riccardo Benassi - Adattamento e Regia di Matteo Tarasco

“Il burbero benefico” di Carlo Goldoni è un capolavoro assoluto, mai abbastanza frequentato dai teatranti. E’ una straordinaria commedia di caratteri, che descrive un mondo vacuo e corrotto, dove soltanto un uomo, il retto e puro Geronte, – che tutti credono “burbero” – si staglia moralmente sugli altri con la sua generosa “benevolenza”. Commedia scritta inizialmente in francese per il debutto parigino alla Comédie Francaise, fu molto applaudita da Metastasio e Voltaire, e il Da Ponte ne trasse un libretto per l’Opera di Vienna, musicato da Martin y Soler, grande compositore soprannominato “il Mozart di Valencia”.
Il mondo e la società descritti dal Goldoni – e che Geronte definisce “abisso orribile” – è un mondo colorato ed eccessivo, pieno di sfarzo e vuoto di valori, dove la sordida fluorescenza del marcio prende il sopravvento, trasformando le persone in “cartoon” grotteschi. Il “burbero” Geronte non vuole partecipare al gioco perverso di un mondo senza più regole, dove il denaro corrompe i cuori, ma preferisce nascondersi nella sua passione infantile e pura, il gioco degli scacchi, dove ciascuna persona, ciascun carattere è esattamente come appare e si muove sulla scacchiera delle norme condivise senza sotterfugi.
Nella nostra versione scenica, la commedia di carattere si trasforma in commedia con canzoni e musiche originali, in una giostra di generi e stili che s’intrecciano a “corrompere” e reinterpretare il settecento.Il conflitto tra essenza ed apparenza è la trama segreta che attraversa la nostra commedia: nulla è come appare. Il “Burbero Benefico” vive in quel territorio di confine che va dall’“essere e non essere” di Amleto al Vitangelo Moscarda del Pirandelliano “Uno, nessuno e centomila”. Con sublime ironia e frizzante comicità, Goldoni ci regala un personaggio grandioso, che con un sorriso e una smorfia, cerca di rispondere alla più arcaica domanda dell’essere umano: “chi sono io?” (Matteo Tarasco)
Trama: la scena si svolge a Parigi. Geronte ha due nipoti: Leandro, sposato con Costanza, e la sedicenne Angelica, segretamente innamorata di Valerio ed ormai in età di matrimonio. Geronte decide di darla in moglie all’amico Dorval, attempato signore di quarantacinque anni, che quando sente la proposta è tentato di rinunciare a metterne in evidenza l’assurdità. Infine accetta, ponendo come condizione unica l’accettazione di Angelica – fatto assolutamente inusuale ai tempi – e manda quindi a chiamare il notaio per stilare il contratto. Fra una serie e l’altra di equivoci si arriva al lieto fine che vide l’amore dei giovani trionfare e Dorval riprendere la partita a scacchi iniziata con Gerente all’inizio della messa in scena. Un dialogo su due linee parallele basato su argomenti diversi che si incontrano e scontrano è l’origine del malinteso su cui si basa la commedia. Un equivoco linguistico, dunque, durante una partita a scacchi che viene sempre rimandata
perché la storia si intromette e sovrappone. Come la partita vede di fronte due avversari così questi personaggi goldoniani sono sempre doppi. Il titolo è già doppio (burbero e benefico, parole in contrapposizione tra loro) è doppio il “nostro” Burbero che nasconde una duplice indole, una qualità negativa (burbero) e una positiva (benefico) Così tutta la comicità nasce proprio dalle sue qualità negative
che muovono i malintesi della storia. Sono doppi anche il nipote e la moglie, descritti come figurine vanesie, tipiche di un settecento frivolo e inconsistenze, mentre nascondono qualità umane che nello svolgersi della vicenda prenderanno corpo.
INFORMAZIONI E VENDITA ABBONAMENTI E BIGLIETTI:
Teatro Civico - Via Ammiraglio Mirabello, 3 - Tel. 0131-820195
da lunedi a venerdi dalle ore 15 alle ore 18

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