Sab. 19 e Dom. 20 febbr., h 21 - Auditorium Santa Chiara di Casale M.to

ROSE IN INVERNO
di Alberto Raiteri
regia Chiara Angelini
Compagnia Nuovo Palcoscenico
con Paola Budel, Luca Cecchini, Monica Guglielminetti
luci e fonica Giuseppe Costantino
Realizzazione scene Raiteri/Costantino
Suoni: Gianluca Scaglione e Luca Cecchini

La storia: la giovane Joann vive da quattro anni chiusa in una stanza, senza mai uscire, una scelta conseguente all´abbandono del fidanzato, il cui salvifico ritorno sembra essere l´unica possibile via d´uscita da un ormai cronico male di vivere che si manifesta in un´alternanza di apatia ed eccitazione e in un distorto rapporto con il cibo. La cinquantenne Clare - amica, tata, confidente, parente? - si reca abitualmente da lei per portarle generi di prima necessità, soprattutto cibo. Dal dialogo tra Joann e Clare emerge la storia di due solitudini che per affrontare l´esistenza non possono far a meno l´una dell´altra. L´incapacità di affrontare il mondo esterno, l´attesa dell´avverarsi di una promessa per Joann e l´esortazione a rifarsi una vita da parte di Clare sono i presupposti di un dialogo che assume i connotati di un rituale reiterato e asfittico. La staticità della situazione viene animata dall´arrivo inaspettato di qualcuno che bussa alla porta, le due, insospettite e preoccupate, tardano ad aprire ma alla fine fanno entrare il nuovo personaggio, un giovane fattorino che porta un pacco misterioso indirizzato alla ragazza.
Note di regia: tra i testi teatrali di Alberto Raiteri, che ho sempre letto con iniziale curiosità e successivo compiacimento (è pur sempre, l´autore, "uno dei nostri"!), Rose in inverno mi ha stimolato maggiormente alla messa in scena per la capacità di elaborare un plot senza tempo - l´abbandono dell´innamorato e il consumarsi nell´attesa del suo ritorno da parte dell´innamorata - in una situazione concreta, che attinge dal contemporaneo l´essenzialità della forma, la ruvidezza del linguaggio, il realismo dei personaggi e dei loro denudarsi. E´ uno sfondo di contrapposizioni quello su cui si consumano le due protagoniste: l´interno mortifero della stanza e l´esterno rumoroso della strada, il buio degli incubi e la luce del paesaggio innevato, la giovinezza e la vecchiaia, il coraggio di morire e la viltà di vivere, la tenerezza e la crudeltà. Ne deriva un´ambiguità di fondo che ci allontana dalla seduzione romantica della giovane vita che si strugge nell´abbandono e spinge ad indagare sulla natura di un rapporto claustrofobico - quello tra Clare e Joann - di tale reciproca dipendenza da poter essere interpretato come simbolica rappresentazione di due diversi stadi di un unico universo femminile. Ho immaginato uno spazio di asimmetrica geometria, una "stanza dei bambini" che isola i protagonisti di questo gioco a tal punto crudele da rendere algidi i colori e asettico il disordine In questa "casa di bambola", il maschio è sempre invasore e latore di morte, anche se indossa il bianco della neve e il rosso dell´amore.. (Chiara Angelini)

Note dell´autore: mi piace pensare a questo spettacolo come ad un incoraggiamento dopo i primi venticinque anni di Nuovo Palcoscenico. In poche righe, vorrei manifestare tutta la stima, il rispetto, l´amicizia e l´affetto che mi legano a Chiara Angelini e Giuseppe Costantino e a tutti gli attori che hanno condiviso il sudore, il sacrificio, l´entusiasmo e l´ebbrezza di aver saputo curare, talvolta, sulle tavole del palcoscenico, quello stesso male di vivere che i personaggi tradiscono per mano dell´autore e del regista e per bocca degli attori. Poiché tale pensiero richiederebbe molto più spazio, mi limiterò ad assistere , spettatore fra gli spettatori, a questa prima, inedita rappresentazione e lascerò che queste rose e quest´inverno mi scivolino addosso come l´abbraccio  tenero e gelido della neve. (Alberto Raiteri)


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