Domenica 27 marzo 2011, h. 21 - Teatro Giacometti di Novi L.

 CROCIATE
Scrittura e regia di Gabriele Vacis
Interprete di Valerio Binasco
Una foto (bruttina) di Valerio Binasco durante lo spettacolo
 Crociate, tratto da Nathan il saggio di Gotthold Ephraim Lessing, offre molteplici spunti di riflessione sulla necessità di elaborare percorsi di pace e di reciproca tolleranza, indispensabili per superare le diffidenze e favorire una reale integrazione tra le genti.
La vicenda si svolge a Gerusalemme nel corso della terza crociata, dove Nathan, perduti moglie e figli in un pogrom antisemita, adotta un’orfana cristiana di nome Recha.
Durante un terribile incendio, Recha viene salvata da un giovane templare che se ne innamora; ma il templare viene catturato dai soldati del Sultano Salah Ed-Din. Quest’ultimo, colpito dalla somiglianza del giovane con il fratello misteriosamente scomparso anni prima, gli concede la grazia. Il templare domanda la mano di Recha a Nathan, il quale scopre che i due innamorati sono in realtà fratello e sorella, entrambi figli di Assad, fratello scomparso del sultano Salah Ed-Din.
Al termine della vicenda cristiani, ebrei e musulmani si riuniscono come membri di un’unica famiglia, superando le diversità delle tre confessioni religiose.

«L' idea di "Crociate" risale al 2002 - puntualizza Vacis -. È da allora, dopo le Twin Towers, che credo che il testo di Lessing sia tragicamente attuale. Tocca il punto fondamentale del rapporto fra le religioni che, purtroppo, sta diventando sempre più pressante. In realtà, non è una messinscena di Lessing, ma una riflessione sul testo che Binasco propone come fosse un flusso di pensiero. Passa cioè dall' interpretazione di brani di "Nathan il saggio", anche dialoghi in cui sostiene tutte le parti, alla riflessione su quello che ha appena detto. Il pubblico partecipa così ai pensieri di chi mette in scena un testo».

«Ho accettato questo progetto perché mi ha sollecitato la possibilità di lavorare con Vacis in un tipo di teatro, il monologo, che io non avevo mai fatto - specifica Binasco, reduce anche dal successo della sua regia di "Romeo e Giulietta" con Riccardo Scamarcio -. Vacis si avvicina alle cose con un grande impeto spirituale, che poi raffredda con un uso quasi drammatico della sua lucidità. Affrontare temi religiosi con un regista così è interessante. L' intento è fare di Lessing qualcuno che ci conforti ancora una volta della grande sconfitta dell' intelligenza, evidente soprattutto nelle guerre di religione. C' è qualcosa di meraviglioso nel potere del grande teatro antico di essere sempre moderno. Allo stesso tempo, è triste che si abbia ancora bisogno del pensiero e della poesia illuminista per ottenere un po' di consolazione quando si guarda il triste scenario dei nostri tempi, aggrediti da un oscurantismo non solo religioso, ma anche politico, culturale. Il testo autoriale è di Vacis, ma mi piace impadronirmene in modo che sembri un' improvvisazione».

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