Martedì 1 febbr. 2011, h. 21 - Cine-Teatro Ambra di Alessandria

La cantatrice calva (La cantatrice chauve) è la prima opera teatrale di Eugène Ionesco. L'autore rumeno, francese di adozione, decise di imparare l'inglese comprandosi un manuale di conversazione. Per esercitarsi, ricopiava le frasi del manuale e, facendo ciò, si accorse della banalità delle frasi in esso contenute: "il soffitto è in alto, il pavimento in basso", "i giorni della settimana sono sette", etc. Da qui egli trasse ispirazione per la commedia, datata 1950.
La pièce - definita dall'autore anti-commedia - è il primo esempio di un genere teatrale allora ai suoi albori, il teatro dell'assurdo, in cui la vicenda subisce uno straniamento tramite l'utilizzo esasperato di frasi fatte, dialoghi contrastanti, luoghi comuni.
Ecco cosa lo stesso Ionesco dichiarò a questo proposito:
« Scrivendo questa commedia (poiché tutto ciò si era trasformato in una specie di commedia o anticommedia, cioè veramente la parodia di una commedia, una commedia nella commedia) ero sopraffatto da un vero malessere, da un senso di vertigine, di nausea. Ogni tanto ero costretto ad interrompermi e a domandarmi con insistenza quale spirito maligno mi costringesse a continuare a scrivere, andavo a distendermi sul canapè con il terrore di vederlo sprofondare nel nulla; ed io con lui. »
La prima dello spettacolo a Parigi del 1950 fu tutt'altro che un successo; il genere, del tutto particolare ed innovativo, lasciò infatti perplessi gli spettatori. Nuovamente rappresentato nel 1955, riscosse un enorme successo.

BREVE TRAMA: in un salotto borghese perfettamente "English", i coniugi Smith conversano a colpi di constatazioni banali, da manuale di conversazione-tipo per l'apprendimento di una lingua straniera. Quando la cameriera Mary torna dal cinema, annuncia che alla porta ci sono i coniugi Martin...
I Martin incontrano gli Smith ma in realtà i Martin non si sono mai veramente conosciuti tra loro anche perché non si sono mai guardati. La serata prosegue in altalenanti dialoghi tra sordi, ancor più evidenti quando interviene un poeta pompiere.

NOTE DI REGIA: questa nostra rappresentazione si caratterizza principalmente per l'idea di fare interpretare agli attori le parti femminili e alle attrici le parti maschili; in questo modo vengono amplificati i cliché già presenti nel testo con una interpretazione ulteriormente marcata. L’azione si svolge in un non-luogo; uno spazio volutamente onirico, non definito, percorso da figure stilizzate.
Ingresso € 8

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